Per "catturare" lo spirito di un luogo, bisogna innanzitutto leggere molto di quel che è stato scritto in proposito. Occorre inoltre nutrirsi degli scorci, i panorami, le belle vedute che è in grado di regalare. Più di tutto, però, è necessario guardare in faccia le persone, osservarne la mimica, i gesti, studiarne il linguaggio del corpo mentre lavorano, senza naturalmente essere invadenti e recare fastidio. Una traccia che abbiamo già suggerito per i pescatori, ma che è assolutamente valida anche per i contadini dell'isola d'Ischia. Sulle loro mani, i loro volti, non c'è solo memoria di una storia millenaria ma anche l'orgoglio per una tradizione che continua, evolvendosi.
Per accorgersene, basta recarsi la mattina al mercato comunale di Forio. Ad attendervi c'è Tommaso, un giovane che ha deciso di mettere da parte il diploma nautico per dedicarsi anima e corpo ai sei ettari di terra della famiglia. A Forio c'è il punto vendita, mentre i terreni sono sparsi tra Serrara e Fontana, le due frazioni che compongono il comune omonimo ai piedi del Monte Epomeo. Anche la cantina di famiglia si trova a Serrara, venendo da Forio, nell'ultimo tornante prima di arrivare al famoso belvedere in Piazza Pietro Paolo Iacono. Prodotti rigorosamente a chilometro zero, come ben sanno i tanti turisti e residenti che, specie d'estate, aspettano impazienti l'arrivo del giovane nei pressi dello spazio a lui riservato all'esterno del mercato comunale all'ombra del Torrione.
L'agricoltura però ha anche una valenza estetica. Sempre a Forio, poco distante dalla Chiesa di San Vito Martire, c'è un "orto capolavoro" in cui ogni metro quadro evidenzia la cura che la famiglia Coppa - il capostipite Peppino in testa - dedica all’alternanza delle colture di stagione. Un fazzoletto di terra a cui, da sempre, attingono alberghi, ristoranti, ma anche tanti cittadini persuasi della bontà di prodotti dalla filiera cortissima.
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